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Nell’ambito della rifunzionalizzazione degli spazi esterni alle scuole, il progetto Bell’e Buon’ e Giusto ha potuto contare sulla preziosa collaborazione del Collettivo Needle: un’équipe di architetti, designer, sociologi e storici dell’arte, specializzata in rigenerazione urbana e autocostruzione.

Fin dal suo nome, il Collettivo Needle – dall’inglese “ago”, con al suo interno la parola Need, “bisogno” -racconta la sua missione: lavorare attivamente sui bisogni dei cittadini di un determinato territorio attraverso interventi di “agopuntura urbana”. Proprio come i benefici che l’agopuntura apporta all’organismo umano, così il Collettivo Needle si propone di intervenire con piccole “punture” a beneficio della pianificazione urbana.

Nell’ambito del progetto Bell’ e Buon’ e Giusto, e di fronte alla complessità del vivere nella città e nella società contemporanee, il lavoro del Collettivo si è strutturato in diverse fasi, permettendo un’azione multidisciplinare completa per la rigenerazione degli spazi esterni e comuni degli edifici scolastici individuati dalla Fondazione Valenzi.

collettivo needle

Le Fasi del progetto di rigenerazione

La prima fase del progetto di rigenerazione del Collettivo Needle si è strutturata in una serie di incontri di formazione che hanno coinvolto i tutor, gli insegnanti e gli altri partner del progetto, e durante i quali si è avviata una riflessione sull’idea di spazio come luogo del vivere comune. Nello specifico, durante il  confronto, si è riflettuto sugli spazi comuni delle scuole, a quali attività sono attualmente dedicati e quale cura è rivolta ad essi.

Grazie alla collaborazione della professoressa Maria D’Ambrosio, che ha formato i protagonisti del progetto secondo le tecniche pedagogiche dell’embodied education, il corpo e mente hanno lavorato in modo coordinato, restituendo dati concreti sullo stato attuale degli spazi e dati ideali su come questi possano essere adattati per migliorarne la fruibilità da parte di chi li abita.

La seconda fase del lavoro di coprogettazione è proseguita attraverso metodologie innovative atte a conoscere più dettagliatamente la realtà interna delle scuole coinvolte. A questo scopo è stata fondamentale la costituzione di un focus group per dialogare e conoscere dettagliatamente la realtà scolastica dei singoli istituti coinvolti, con la finalità di elaborare degli obiettivi per coprogettare gli spazi esterni ad essi.

Una volta individuati gli spazi idonei all’attività di rigenerazione, la terza fase del progetto è proseguita con i sopralluoghi nelle quattro scuole destinatarie per immaginare gli arredi da costruire in funzione delle esigenze di ciascun plesso scolastico.

Le interviste ai membri del focus group hanno registrato le preferenze di ciascuna comunità scolastica in merito alle attività extrascolastiche e alle attrezzature considerate utili per rigenerare uno spazio del proprio istituto, ma hanno indagato anche l’orizzonte di aspettative riposte nella riqualificazione delle aree interessate dal progetto, servendosi ad esempio del Test dei Colori di Lüscher per conoscere la personalità degli utenti e i sentimenti che nutrono nei confronti del loro territorio, e proponendo dei questionari volti all’inquadramento personale dei partecipanti. Grazie ad approcci sperimentali e sensoriali, servendosi di colori, fogli e immagini, sono stati quindi raccolti dati utili alla concretizzazione dei possibili arredi da costruire nelle scuole.

La quarta fase, sulla base dei dati raccolti attraverso le interviste al focus group, ha visto la progettazione e realizzazione di leggeri arredi lignei, diversificati in base alle necessità emerse durante la fase di progettazione, e composti da moduli mobili e multifunzionali.

Nello specifico, per l’Istituto Alfonso Casanova di Napoli si è ipotizzata una parete attrezzata da porre nell’androne dell’edificio. Per la Scuola Giardino d’Infanzia di Casapesenna è stato individuato uno spazio idoneo per ospitare un orto didattico. Per la Scuola San Giuseppe di Pozzuoli e per l’Istituto Rodari Moscati di Miano, dotati entrambi di ampi spazi all’esterno, si è pensato alla costituzione di una parete attrezzata modulare da trasformare in un’aula per fare lezione all’aperto, o  in cui svolgere attività di orto didattico.

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