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La Fondazione promuove già dal 2011 il progetto “Bell’ e buon'”,  a favore dell’infanzia napoletana in difficoltà. Da allora il progetto non si è mai interrotto ma ha conosciuto varie edizioni spostandosi in diversi quartieri della città.
A Napoli, più che altrove, esistono nuove forme di povertà che non coincidono sempre con la povertà “finanziaria”, ma sono legate a bisogni culturali, situazioni a rischio o confinanti con la devianza criminale, che costringono tanti bambini e ragazzi con disagi sociali a vivere situazioni intollerabili create dalla disgregazione delle famiglie, dal ribaltamento dei valori e dall’assenza di piani educativi e riabilitativi a loro rivolti. Il titolo “Bell’ e buon” esprime due cose contemporaneamente: l’implicazione etica dell’arte e della bellezza e l’aspetto di immediatezza della percezione artistica.
Il progetto consiste in laboratori di espressività e didattico-educativi che coinvolgono bambini nella fascia d’età da 5 a 16 anni. L’attenzione è rivolta a minori che presentino problemi di integrazione, disadattamento scolastico e situazioni di svantaggio familiare e sociale, alle quali, da sola, la scuola non può far fronte. Pensiamo che la povertà educativa sia alla base di tanti e violenti fenomeni di devianza minorile.
Come stupirsi se un bambino che non ha conosciuto mai modelli diversi diversi e cresce in una famiglia in cui i ruoli sono stravolti, appena adolescente finisce nelle “paranze dei bambini”?
Musica, pittura e teatro, insieme ad altre arti, rappresentano un’occasione di riscatto da situazioni che spesso devastano le personalità infantili.
Si tratta di laboratori settimanali che non vanno confusi con un intrattenimento (pensato a volte a vantaggio di alcuni genitori che puntano solo a delegare la custodia dei figli).  L’obiettivo è che bambini e adolescenti possano avvalersi di una prevenzione primaria, aprirsi al bello che per loro sarà immediatamente buono e formare per tempo un pensiero critico e un metodo di approccio ai problemi di tipo esperienziale e non accettato passivamente.
Il progetto pilota nella prima annualità  è stato realizzato nel 2011 a  Licola, Pozzuoli. La seconda fase del progetto “Bell’ e buon’. Suoni, colori e rappresentazioni” si è svolto nel 2012 a San Giovanni a Teduccio,  in collaborazione con la Fondazione Banco Napoli per l’Assistenza all’Infanzia, la Compagnia San Paolo di Torino e l’Associazione Figli in Famiglia. La terza e la quarta annualità (2013-14) ha visto protagonisti i bambini del centro storico di Napoli.
Un quinto e sesto anno di attività (2015-16) si sono sviluppati con un cofinanziamento PAC del Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel quartiere di Scampia, mentre continuavano le attività anche nel centro storico di Napoli. In questa occasione sono stati coinvolti anche ragazzi più grandi dai 12 ai 14 anni. Progetti più piccoli si sono svolti a Bagnoli e nel quartiere Mercato tra il 2017 e il 2018. In seguito grazie alla misura “Scuola di Comunità” regionale si svolge il progetto “Bello, buono e giusto” in quattro scuole sia della città che della provincia, mentre in contemporanea grazie ad un partenariato promosso dalla Fondazione di Comunità Centro Storico si sviluppa un progetto affine “Spazi in gioco”

 

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e-book_Bell’ebuon’